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Alonso, sfuma il sogno mondiale. Vettel campione per la terza volta

Sebastian Vettel è campione del mondo per 3 punticini. Il 25enne pilota tedesco della Red Bull conquista il terzo titolo iridato consecutivo al termine del pirotecnico Gp del Brasile.
Il driver di Heppenheim fa festa dopo un pomeriggio da brividi, cominciato con un incidente alla prima curva e chiuso sotto il diluvio. Il sesto posto, artigliato con una monoposto ammaccata, vale il trionfo dopo 71 giri da infarto e vanifica gli sforzi di Fernando Alonso: il ferrarista è secondo alle spalle della McLaren-Mercedes dell’inglese Jenson Button, ma il piazzamento non basta. Vettel, arrivato in Brasile con 13 punti di vantaggio, ne perde “solo” 10: il braccio di ferro lungo 20 gare finisce 281-278 per il tedesco.
L’ultimo round della maratona cominciata a marzo in Australia non delude le attese, pochi secondi sono sufficienti per scatenare il caos auspicato da Alonso alla vigilia. Al via, Bruno Senna con la sua Williams tocca la Red Bull di Vettel: il tedesco si gira in testa-coda, con evidenti danni all’aerodinamica del lato sinistro della monoposto. È l’assist di cui il Cavallino ha bisogno per sognare il `ribaltone´: lo spagnolo azzecca la partenza da sogno e si piazza alle spalle delle McLaren di Lewis Hamilton e Button.
Bastano poche gocce di pioggia per trasformare l’asfalto di Interlagos in una trappola: rischia grosso proprio il pilota della Ferrari, all’inizio del sesto giro, va larghissimo alla prima curva e perde una posizione. Vettel, intanto, risale in maniera impetuosa: in fondo al gruppo nel primo giro, è già sesto dopo 8 tornate. I duellanti per il titolo decidono di montare gomme intermedie, mentre Button rimane in pista con pneumatici da asciutto e lotta con la Force India di Nico Hulkenberg, che va a caccia di gloria con la stessa strategia e si prende il primo posto nel 19° giro. Le condizioni meteo variano in continuazione e, parallelamente, mutano anche quelle dell’asfalto: quando la pioggia sparisce, gli pneumatici slick consentono di guadagnare 4 secondi.
Alonso decide di rientrare ai box per tornare alle coperture da asciutto, Vettel lo marca e fa lo stesso poco dopo. La fuga della coppia Hulkneberg-Button viene vanificata nel 23° passaggio, quando scende in pista la safety car: troppi detriti sul tracciato, gara congelata e tutti in fila. Quando si riparte, nella 29a tornata, Vettel deve fare i conti con l’indemoniato Kamui Kobayashi. Il giapponese, in cerca di un volante per il 2013, va all’assalto con la Sauber e passa. Non contento, dà battaglia anche ad Alonso, che deve stringere i denti per conservare il quarto posto alle spalle delle McLaren della coppia Hamilton-Button.
Al comando, Hulkenberg prova a fare l’andatura mentre Vettel, per evitare guai, lascia strada anche alla Ferrari di Massa e prova a gestire la situazione dalla settima posizione. Ogni scroscio di pioggia leggera rischia di trasformare la pista in una trappola e il campione del mondo, costretto a fare i conti anche con la radio balbettante, mantiene un approccio prudente. Gli errori si pagano, come verifica Hulkenberg nel 49° giro: la Force India sbanda, Hamilton ringrazia e vola al comando. Nulla in confronto a quello che succede nella 55ª tornata: Hulkenberg attacca, perde il controllo della sua monoposto e distrugge la sospensione anteriore della McLaren che finisce ko. L’inglese chiude l’avventura con il team di Woking con un mesto ritiro. Il tedesco viene punito con un drive through, mentre la pioggia costringe tutti a cambiare nuovamente le gomme: per “sopravvivere” servono le intermedie.
Dopo la sequenza di soste ai box, Alonso è terzo alle spalle di Massa e Button. Vettel, invece, è settimo. La Ferrari con targa brasiliana, ovviamente, si fa da parte e l’asturiano è secondo. La Red Bull iridata però non trema: il sorpasso sulla Mercedes di Michael Schumacher vale la sesta piazza e, di fatto, fa calare il sipario sulla stagione prima del nuovo ingresso della safety car, chiamata in pista in extremis per lo schianto della Force India di Paul Di Resta. Vettel è campione, con pieno merito.

Fonte: lastampa.it

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